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I Video sono il futuro: IGTV di Instagram ne è la prova.

Instagram ha lanciato da poco Igtv, con un evento dedicato che si è tenuto a San Francisco, una nuova applicazione per i video digitali. Noi di Mg Group Italia, web agency a Milano, l’abbiamo provata e vi spieghiamo come funziona. Vi spieghiamo come potete usarla se siete singoli utenti, ma soprattutto come può essere usata dalle aziende per nuove campagne di web marketing e per accrescere la rete di potenziali clienti. L’importante è sempre scegliere il social network giusto per i propri obiettivi.

Una app stand-alone, ma connessa alla gigantesca rete di Instagram

Igtv è molto semplice da utilizzare: basta scaricarla e si possono da subito utilizzare le proprie credenziali di Instagram per loggarsi. Si possono seguire automaticamente tutti coloro che già si seguono sul famoso social network oppure costruire una nuova rete. La nuova app è una struttura stand-alone, ma non rinuncia alla gigantesca rete di Instagram, che conta su oltre un miliardo di utenti, moltissimi giovani e millennials. Tutti i video che vengono caricati su Igtv sono visibili anche da Instagram, grazie ad un’icona che si trova in alto a destra nella schermata iniziale, oppure direttamente sul profilo di chi ha pubblicato un contenuto video. Diversamente da quanto accade con le ‘stories’ del social madre, i video pubblicati su Igtv non vengono cancellati dopo 24 ore ma raccolti nel canale dell’utente dove saranno rintracciabili a tempo indeterminato.

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I video verticali: un formato per fare concorrenza a YouTube

All’apertura di Igtv non servono tempo o operazioni per cominciare a guardare i video: la riproduzione comincia da sola, in automatico, come accade con l’esperienza che tutti noi facciamo ogni giorno con la tv. Questa user experience è richiamata anche da alcuni dettagli, come l’effetto sintonizzazione di una vecchia tv analogica che per qualche istante si manifesta prima che parta il video, ma soprattutto dalla possibilità di ‘cambiare canale’ semplicemente scrollando verso sinistra o verso destra. In sostanza su Igtv si può fare zapping, esattamente come lo si fa quando si guarda la tv, con la differenza che i contenuti sono generati dagli utenti e ottimizzati per i dispositivi mobile.

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La vera novità infatti è che – diversamente da quanto accade con YouTube – i video sono in formato verticale e si adattano perfettamente agli schermi dei telefoni e alla modalità con cui gli utenti li registrano spontaneamente e più facilmente.
Anche la lunghezza è una novità per instagram: sarà infatti possibile caricare video lunghi fino ad un’ora. Questa possibilità è attualmente accordata soltanto ad alcuni profili, ma la casa sviluppatrice assicura che in poco tempo sarà sbloccata per tutti gli utenti. Nel frattempo tutti possono caricare video tra i 15 secondi e i 10 minuti. E tutti possono – come ci ha abituati a fare NetFlix, riprendere la visione da dove l’avevano lasciata.
A questo si aggiunga che per il momento su Igtv non c’è pubblicità e Instagram promette che non ci sarà nemmeno in futuro.
Sono così 3 gli elementi su cui si gioca la concorrenza con il colosso di YouTube: l’imitazione dell’esperienza classica di una tv, il formato adatto agli schermi degli smartphone e l’assenza della pubblicità. Dalla sua YouTube ha di essere un gigantesco archivio video, probabilmente irraggiungibile, e di essere già al lavoro per sviluppare nuovi progetti legati al mondo della musica: chi vincerà?

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La tv generata dai video degli utenti: uno sguardo al futuro

Ciò che è certo è che i video digitali user-generated stanno vincendo sui contenuti editoriali della classica tv. Instagram ha letto molto bene gli studi che dicono che entro il 2021, i video per mobile rappresenteranno il 78% del traffico dati mobile totale. E che i gruppi di pubblico più giovani passano più tempo a visualizzare i contenuti di creator amatoriali anziché quelli di creator professionisti.
E’ quindi bene che anche le imprese interessate a conquistare nuovi clienti prendano atto di questa nuova realtà. Igtv promette di diventare in poco tempo un canale imprescindibile per creare un legame con quelle community di millennials che rappresentano una fetta sempre più dinamica e importante dei consumi. Video permanenti e più lunghi permetteranno alle aziende di sviluppare una brand identity complessa, capace di fare perno sul racconto emotivo, su immagini e storie che vanno oltre il classico spot di pochi secondi. L’obiettivo sarà quello di instaurare connessioni più solide con i clienti potenziali mentre altri aspetti della propria strategia aziendale vengono costruiti su altri canale e con altri strumenti.

Il futuro dei video è il media diffuso: cogli l’occasione di arrivare prima degli altri.

Il futuro dei video sta arrivando: non perdere l’occasione di essere un’avanguardia nel tuo settore e di arrivare prima degli altri ad un nuovo pubblico. Il formato video, inserito in un media diffuso, generato nell’immediatezza e senza filtri dai contenuti flash degli utenti, cambierà il nostro rapporto con l’advertising e il marketing. Se vuoi avere informazioni su come cominciare a costruire la presenza della tua azienda su Igtv non esitare a contattarci. La nostra esperienza nel web marketing ci impone di essere sempre aggiornati sulle nuove possibilità di questo mercato: per questa ragione sapremo indicarti gli strumenti migliori per potenziare il tuo business.

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Perché il web listening può far crescere il tuo business

Ascoltare è il miglior modo per allontanare il rischio del declino per la tua azienda. Ascoltare cosa pensano i tuoi clienti dei tuoi prodotti, ma anche porre attenzione più in generale al giudizio verso la concorrenza o a quali nuove tendenze si stiano affermando in determinati target di popolazione. Essere un buon ascoltatore fa crescere rapporti di fiducia e di stima con le persone, e lo stesso vale per le aziende che cercano di fidelizzare un numero sempre più ampio di clienti.

Prima di internet per ascoltare molto erano necessari molti orecchi, ricerche molto lunghe e spesso fallaci: oggi invece semplicemente ‘ascoltando il web’ è possibile avere dati e informazioni molto importanti per sviluppare una strategia di marketing realmente capace di far crescere il fatturato e il profitto di un’impresa. Tutti noi quando utilizziamo Facebook, Instagram, Twitter o un qualsiasi forum nel web lasciamo traccia delle nostre opinioni, condividiamo considerazioni, facciamo commenti su argomenti che ci interessano: tutto ciò ha un valore molto grande per le imprese e può essere trasformato in dati da analizzare.

Se ti stai chiedendo cos’è il web listening, sappi che è esattamente quel complesso di strumenti e analisi che permette di monitorare e interpretare i dati derivanti dalle opinioni che gli utenti lasciano in rete.

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Perché dovresti sempre ascoltare i tuoi clienti?

Ci sono diverse ragioni per investire nel web listening, alcune delle quali riguardano ovviamente la capacità di fidelizzare i clienti e di aumentare l’engagement. Il rapporto con i clienti avrà sempre maggiore centralità nel futuro, come ad esempio nel marketing 4.0, vediamo perché:

A) Ai clienti piace sentirsi amati e curati, e sono loro ad avere il potere d’acquisto.

Il consumatore non si pensa come un numero, una statistica, una semplice transazione di denaro: vuole essere pienamente soddisfatto quando esercita il suo potere d’acquisto. Per questo nelle vendite on-line la differenza in futuro la farà sempre più spesso la customer care e più raramente la politica dei prezzi. E’ importante ascoltare le necessità del cliente: un cliente insoddisfatto è un influencer negativo che può minacciare la brand reputation di un’azienda.

B) Ascoltare può allargare il business a nuovi segmenti di mercato.

Utilizzando gli strumenti giusti è possibile individuare e identificare i nuovi trend nel settore merceologico di interesse. Con il web listening è possibile guardare nel futuro e impostare la propria strategia di comunicazione e vendita sui vettori giusti in anticipo rispetto alla concorrenza: avere un feedback dall’utenza o analizzare i comportamenti in rete di un determinato target di persone può far individuare aree di mercato ancora ‘vuote’ o far emergere una domanda che non ha incontrato un’offerta adeguata.

C) Il web listening può aiutare a migliorare la fidelizzazione dei clienti

Più si ascolta, più si può ottenere un alto grado di fidelizzazione dei propri clienti e quindi si può lavorare per migliorare la propria efficienza attraverso una approfondita conoscenza dei loro comportamenti e delle loro preferenze. Bisogna essere capaci infatti di immaginare la vendita di un prodotto come una strada a doppia corsia di marcia: la chiave per costruire una buona relazione business-cliente è infatti la reciprocità. Un cliente fidelizzato tenderà a restituire feed-back sui prodotti e i servizi che acquista e ad apprezzare le aziende che dimostrano di prenderlo in considerazione. In questo modo si può accrescere anche l’engagement dei clienti sui social e sul web, e migliorare le proprie brand awareness e brand reputation

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Web listening: conoscere per agire

Usare lo strumento del web listening significa in sostanza mettersi in condizione di conoscere per valutare con maggiore intelligenza come agire nel proprio business.

In una prima fase, quella del web monitoring, verranno raccolti dati relativi alle mention, ai like, il sentiment, le condivisioni sui social, le citazioni sui blog e nei forum per capire il livello di engagement del brand sui social e nel web.

La seconda fase invece è quella dell’analisi qualitativa, necessaria per comprendere i modelli di diffusione dei contenuti, l’evoluzione del mood e del sentiment manifestato dagli utenti, cercare di individuare i temi che fanno più discutere e le ragioni che li sostengono. Infine sarà necessario anche individuare gli influencer, anche per capire come intervenire in futuro per migliorare la propria strategia di web markenting.

In questo modo è possibile intervenire sia per correggere le strategie di marketing nel lungo periodo, sia nel breve periodo per rivedere messaggi, banner, pay-off che possono generare un sentiment negativo o non essere adeguatamente compresi, sia nell’immediato per attivare efficaci azioni di crisis management nei momento in cui la web reputation dell’azienda è minacciata.

Non sottovalutare il web-listening: agisci per raggiungere e accrescere i tuoi obiettivi di vendita

L’utilizzo di questi strumenti di analisi digitale può aprirti le porte della solidità: una buona strategia aziendale non rincorre soltanto obiettivi immediati ma mette in condizione il proprio brand di avere un successo duraturo nel tempo e solido nel rapporto con i propri clienti. Con il web listening puoi migliorare il tuo web e social media marketing: perché non farlo? Puoi affidarti con tranquillità a noi di Mg Group Italia, innovativa web agency a Modena, che con la nostra esperienza e la pluralità delle nostre competenze nel mondo del marketing digitale sapremo rispondere ad ogni esigenza e declinare con efficacia i tuoi obiettivi aziendali. Lo abbiamo già fatto con decine di aziende, di diverse dimensioni. Contattaci e studieremo per te un piano personalizzato e pensato sui bisogni del tuo brand.

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Packaging che passione! Perché è così importante?

Non sappiamo se davvero, come recita il principe Myskin nel romanzo di Dostoevskij, la bellezza salverà il mondo. Ma sappiamo con certezza che la bellezza può salvare un business, e anche che il suo contrario, cioè che la trascuratezza del design e del packaging di un prodotto possono mettere piombo nelle ali anche della migliore strategia di vendita.
Non è un gesto banale quello che il consumatore compie quando sceglie una scatola e non un’altra, guardando sullo scaffale di un supermercato o di un negozio. Egli non sta semplicemente valutando quale sia il prodotto migliore, ma sta esprimendo se stesso, la propria identità, la propria visione della vita. Non è un caso che stiano nascendo persino nuove discipline come il neuromarketing che studiano gli elementi che soggiacciono alle decisioni dei clienti. È importante sapere che il packaging – parola il cui significato si riferisce allo studio, la progettazione e la realizzazione delle confezioni dei prodotti – è uno di essi, e quindi uno strumento importante di marketing.

Un packaging intelligente non passa inosservato

Colori, testi, immagini, materiali: il packaging è un mezzo di comunicazione. Nulla nella confezione può essere lasciato al caso, o peggio ancora esser banale. La confezione identifica il prodotto: deve renderlo riconoscibile immediatamente sullo scaffale, colpendo la vista di un consumatore che sempre più spesso non dedica più di qualche frazione di secondo ad ognuno dei prodotti che sfilano davanti ai suoi occhi. Un packaging efficace deve quindi in primo luogo avere una grafica creativa, per rendere riconoscibile e differente il prodotto dagli altri concorrenti, ma senza tradire la comunicazione integrata del brand e i valori che essa esprime. Pensiamo ad esempio all’importanza deI colore nel food packaging: un colore fluo attira sicuramente l’attenzione tra gli scaffali di un supermercato, ma cosa comunica? Certamente non trasmette un’idea di genuinità, sostenibilità e rispetto per la natura, e per questa ragione difficilmente potrebbe essere utilizzato nel confezionamento di un prodotto biologico o derivante da una lavorazione artigianale. Differentemente potrebbe essere la scelta migliore per la scatola di un cosmetico rivolto ad un target adolescente, o per un prodotto chimico per la pulizia di particolari materiali. Ad ogni significato la sua estetica: sbagliare può significare vanificare gli sforzi compiuti in altri segmenti della propria strategia commerciale e comunicativa.

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Estetica ma anche funzionalità: mai dimenticare che il packaging protegge il prodotto

Una scatola, una confezione più in generale, deve assolvere adeguatamente alla funzione di protezione e trasporto del prodotto. Deve prima di tutto assicurare che il prodotto non si deteriori durante il viaggio, prima e dopo l’acquisto, e quindi utilizzare materiali con le necessarie caratteristiche protettive.
In secondo luogo deve essere semplice, comoda, adatta al modo in cui si prevede il cliente possa usarla. Il sistema di apertura e di chiusura, lo facilità di smaltimento, il peso e la forma sono tutti elementi decisivi per il concept di un packaging. Una forma originale ad esempio certamente può generare curiosità e convincere il cliente anche a soffermarsi di più sui contenuti riportati nel retro pack. Ma potrebbe però scoraggiarne l’acquisto: una forma difficilmente impilabile o immagazzinabile può essere d’ostacolo a chi una volta a casa deve poter riporre con facilità il prodotto acquistato. Lo stesso vale per i materiali: la plastica può assicurare maggiore solidità, ma l’aumento delle vendite dei prodotti green possono consigliare di scegliere un packaging ecologico, compostabile come la bioplastica, o riciclabile come il cartone. Anche i dettagli fanno la differenza nella progettazione, sia per i costi a carico dell’impresa sia per la percezione dei clienti. La scelta può essere minimal o orientarsi addirittura al luxury packaging: si può scegliere di distribuire il proprio prodotto con un packaging ridotto all’osso, per assecondare la sensibilità verso la necessaria riduzione dei rifiuti, oppure per facilitare una strategia commerciale più aggressiva sul prezzo, o fare esattamente il contrario scegliendo grafiche con colori ricchi e ricercati, e materiali costosi.
Nulla deve essere lasciato al caso: affidarsi a soluzioni non professionali o standardizzate potrebbe farvi perdere clienti e quindi valore al tuo prodotto.

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Il packaging informa: racconta la storia e le caratteristiche del tuo prodotto.

Non sottovalutare quindi l’importanza di avere un packaging progettato per essere coerente con la corporate imagine della tua azienda e con la strategia di marketing che sta perseguendo. Il packaging racconta la storia del tuo prodotto e per questo deve riportare tutte le informazioni importanti che lo riguardano. Il logo e lo slogan certo, ma anche le caratteristiche tecniche importanti per il target individuato: valorizzare o non valorizzare qualsiasi delle caratteristiche del prodotto infatti non è una scelta neutra, ma produce immediati effetti sulle vendite. Si pensi a quanto sia importante l’etichetta nel settore food o nella tecnologia: i clienti vogliono valutare la qualità di ciò che stanno acquistando, se esso è davvero conforme alle proprie preferenze, quale sia la durata stimata nel tempo del prodotto e non valutano soltanto l’estetica del packaging o il design. E necessario fare queste scelte a valle di una grande sforzo di ricerca e analisi per valutare motivazioni di acquisto e l’impatto psicologico del pack di prodotto.

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Fai progettare un packaging di qualità: noi di Mg Group possiamo aiutarti


Qualunque sia il tuo prodotto ha bisogno di un packaging personalizzato: MG Group Italia grazie alla sua esperienza nel settore del marketing e del marketing on-line sa come sviluppare una ricerca sulle scelte dei tuoi potenziali clienti che il packaging potrebbe influenzare, e ha al suo interno tutte le competenze professionali necessarie ad una progettazione attenta e coerente con la corporate identity della tua azienda. Non perdere un’opportunità per migliorare la competitività dei tuoi prodotti: contattaci e studieremo la migliore soluzione adatta al tuo business. Affidati alla migliore web agency di Modena!

La vendita cambia vestito: nuove opportunità di Business

Qualche giorno fa, durante un paio d’ore al parco, ho conosciuto un simpatico settantenne dall’aria distinta e soddisfatta; parlando, mi ha detto che ha fatto l’agente di commercio per tutta la vita, fino alla pensione, e di quanto oggi ormai questo lavoro non sia più quello di una volta, fatto di visite a freddo, di innumerevoli tentativi di incontro prima di vedere il titolare di un’azienda, o di parecchi campanelli suonati prima di riuscire a spiegare a qualcuno la validità del prodotto che vendevi.

In realtà la vendita è sempre vendita, ma di fatto è cambiato il modo con il quale un commerciale può prendere contatto con un’azienda (in caso di B2B) e costruire una valida rete di relazioni.

PERCHE’ I SOCIAL NETWORK PER LA VENDITA?

I social network ormai sono piattaforme che ‘ospitano’ sia consumatori che aziende; non essere presente sui social equivale a limitare considerevolmente la propria rete relazionale, non più coltivata da un incontro diretto o al massimo telefonico, ma da post, like e foto.

I social sono sfruttabili da un venditore per vari motivi:

  1. Grazie ai social è possibile sapere i gusti e le preferenze dell’ipotetico cliente; sapere anche cose più o meno personali, utilizzabili per avvicinarsi a lui una volta che ci sarà l’incontro, in modo da generare feeling ed empatia.
  2. E’ possibile raccogliere svariate informazioni sul cliente, e in questo modo ottimizzare e catalogare i dati raccolti
  3. Intercettare ‘chi è legato a chi’ e allargare in questo modo la propria rete di conoscenze, riuscendo così a raggiungere la persona di interesse e con la quale è difficile parlare
  4. Se il tipo di vendita è un B2B e siamo connessi con uno dei protagonisti della trattativa commerciale, vedendo chi fa parte della sua rete possiamo intercettare chi potrebbero essere gli altri coinvolti nell’incontro.

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I PRINCIPALI CANALI SOCIAL PER LA VENDITA

Esistono più piattaforme social ed ognuna di esse ha delle caratteristiche ben precise. Vediamo nel dettaglio quelle maggiormente usate:

  1. Facebook: E’ la piattaforma con il numero più elevato di iscrizioni e 1.860 milioni di utenti attivi mensilmente; le aziende sono presenti e attive, e risulta utile per capire cosa il cliente desidera e ottimo per lead generation
  2. Instagram: E’ la piattaforma nata per condividere foto, che nel tempo si sono arricchite di didascalie sempre più determinanti e di Stories, cioè la possibilità di realizzare video dalla durata variabile e visibili da chiunque. E’ molto utile per capire bene passioni, gusti e vita di chi è l’interfaccia del commerciale dentro all’azienda.
  3. Linkedin: E’ la piattaforma destinata al lato ‘professionale’ degli utenti: è una vetrina gigante di curriculum vitae e competenze, oltre allo spazio destinato alla condivisione di notizie. Essendo nata per uno scopo lavorativo, per le aziende è basilare esserci e nel modo giusto; LinkedIn permette infatti di mostrare struttura, grandezza, numero di dipendenti e tanti altri dati ancora su una qualsiasi impresa, sviluppando una vera e propria strategia di employer branding. E’ molto utile per il B2B e consente di poter stringere una relazione con qualsiasi membro dell’azienda.

SEI UN VENDITORE CHE SI SA VENDERE?

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Rendi famoso il brand con pubblicità ‘pay per impression’

Vuoi sapere come far crescere il numero dei tuoi clienti e il volume del tuo fatturato? Allora devi sapere cos’è la brand awareness e come puoi aumentarla. Unisciti alle tantissime aziende che ogni giorno si prendono cura della propria identità e notorietà. Non farlo significa perdere occasioni ed opportunità che potresti invece cogliere grazie agli opportuni investimenti nel web e social media marketing. Una strategia sicuramente utile è quella di utilizzare campagne di inserzioni basate sulla formula commerciale del ‘pay per impression’, realizzate attraverso Facebook Ads e Google ADW.

Cos’è la brand awareness e perché è importante per la tua impresa

Cominciamo dalla definizione: la brand awareness è la riconoscibilità di un marchio e la capacità dei consumatori di associarlo ai prodotti o all’impresa che lo usano. In sostanza si tratta di considerare quanto un marchio sia famoso, e soprattutto quanto esso venga ricordato dal pubblico largo dei potenziali clienti. Più un marchio è conosciuto, più persone, al momento del bisogno, cercheranno on-line proprio il nome dell’azienda o del prodotto che sono immediatamente in grado di richiamare alla mente.
Un meccanismo semplice e facilmente comprensibile da chiunque, che spesso viene però trascurato da molti professionisti e perfino da alcuni comunicatori, troppo concentrati soltanto su obiettivi a breve termine che rischiano di non assicurare risultati duraturi nel tempo.

Se invece vuoi dare gambe solide al tuo business puoi scegliere di investire nella brand awareness, affidandoti a professionisti che si occuperanno per la tua azienda di misurare con dati oggettivi il livello di notorietà del tuo marchio, quello dei tuoi competitors e di individuare una solida strategia per farti conoscere da quanti più clienti possibile.

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Comunicare per raccontare la propria storia e i propri valori

Tutto si gioca intorno alla capacità di raccontare la storia del proprio marchio, i valori che rappresenta e di cercare un contatto empatico con le persone: investire in questo tipo di comunicazione è una scelta di straordinario valore, che darà i suoi frutti sul lungo periodo. Tutti i marchi più famosi investono molto nel brand in Internet, consapevoli che la sola strategia lead generation non può essere sufficiente per chi ha l’obiettivo di essere presenti su tutti i media e i canali per attirare massicciamente l’attenzione dei potenziali clienti, per comunicare al meglio la propria corporate identity e costruire un legame emotivo più forte di quello che si può ottenere con una campagna di marketing finalizzata esclusivamente alla vendita.

Perché scegliere una campagna pay per impression?

Una strategia sicuramente utile è quella di utilizzare campagne di inserzioni basate sulla formula commerciale del ‘pay per impression’, realizzate attraverso Facebook Ads e Google ADW. Banner e video con illustrazioni e testi coinvolgenti, capaci di attirare il pubblico più interessato al brand proposto e di sedimentarsi nella sua memoria.
Quando si deve impostare una strategia di rafforzamento del brand infatti ci si orienta in questa direzione, se si dispone di un budget adeguato e di una efficace targetizzazione questa è sicuramente la scelta migliore: nel caso in cui l’annuncio riceva numerosi click, si pagherà comunque soltanto per le visualizzazioni, con una evidente maggiore convenienza economica.

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I formati, strumenti, regole per una buona campagna di branding

In Facebook sono tre i formati a disposizione per le inserzioni: video, slideshow e il formato canvas consentono di calibrare il messaggio sul target di riferimento in maniera efficace, in modo da comunicare in maniera ricca il brand value.

In Google Adwords ci sono a disposizione almeno cinque tipologie di inserzione: annuncio di testo nei motori di ricerca, annuncio nella sezione Shopping, annunci in app mobile, banner nel Google Display Network e annuncio video su Youtube. Tra questi, gli ultimi due consentono di configurare la campagna di advertising sulle impostazioni e le funzionalità più utili ad aumentare la brand awareness.

Una campagna pay per impression efficace trae il massimo risultato anche da budget limitati, seguendo segue alcune piccole ma fondamentali regole nella costruzione delle inserzioni:

  1.  scegliere un layout visivo coerente con il messaggio,
  2.  usare testi empatici orientati all’engagement emotivo del pubblico,
  3.  usare un linguaggio pertinente, preciso ed evocativo,
  4.  generare curiosità per spingere i potenziali clienti ad approfondire la conoscenza dell’azienda o dei suoi prodotti
  5.  usare call to action chiare, che illustrino in maniera chiara i vantaggi dell’azione proposta.

Risultati concreti e misurabili

Con un buona strategia sarà possibile raggiungere risultati importanti e verificabili. L’analisi dei dati è uno dei passaggi chiave per migliorare il proprio marketing. Diversamente da quanto non accada con la tradizionale pubblicità, con i tools del web e dei social è possibile monitorare concretamente i risultati dei propri investimenti in tempo reale. Alla fine di ogni campagna potrai sapere con esattezza dati e numeri delle persone coinvolte, verificare l’efficacia del messaggio sul target individuato e quindi gestire al meglio le risorse economiche disponibili per massimizzare i risultati in futuro.

Perché restare nell’ombra?

Grazie al suo team giovane e dinamico MG Group , che ha varie sedi tra cui la più innovativa web agency a Modena, ti garantisce strategie di qualità e personalizzate per il tuo brand, derivanti da uno studio approfondito della tua azienda.

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Da commerciale a manager: il percorso del successo

Uno dei traguardi che tanti commerciali cercano di raggiungere è quello di gestire risorse ed intraprendere un’attività manageriale: avere collaboratori da formare e affiancare, far crescere e rendere autonomi nel lavoro, consigliare e motivare, per molti rappresenta un fondamentale step di crescita. Per non parlare poi di chi è abbastanza ambizioso da pensare di essere un leader nato e di meritare a tutti gli effetti un avanzamento di carriera come manager.

MANAGEMENT E LEADERSHIP

Leader si nasce o si diventa? E’ una caratteristica individuale che scorre nelle vene, oppure è una capacità che può essere acquisita? Di sicuro esistono persone che hanno una predisposizione naturale ad essere dei capo gruppo, giusti e motivanti per chi li circonda, e che in qualsiasi contesto vengono riconosciuti naturalmente come leader: basta pensare allo sport, e a quelle persone che motivano il gruppo, che mettono i compagni al primo posto, che non accettano nessuna loro sconfitta e che li aiutano ad allenarsi senza fare caso a sabati, domeniche e giorni di festa. Ecco, queste persone sono dei trascinatori, si ergono ad esempio e sono degne di fiducia da parte del team, creando un legame sano che corrisponde il più delle volte alla vittoria.

Chi non ha questa inclinazione non è detto che non diventi un bravo manager: deve essere indirizzato nella giusta strada e soprattutto sviluppare una capacità di analisi nei confronti dei collaboratori e di sé stesso, mettersi in discussione continuamente ed essere umile, sedersi ed essere disposto ad imparare qualcosa di molto difficile, che lo condurrà ad avere la responsabilità di altre persone sia nel bene che nel male.

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I PASSI FONDAMENTALI PER PASSARE DA COMMERCIALE A MANAGER

Che sia un leader nato oppure no, chi ha intenzione di investire le proprie energie in un progetto di carriera di questo tipo, dovrà arricchire la propria professionalità. Ecco alcuni importanti spunti:

  • Individuare i propri punti di forza e di debolezza: una delle caratteristiche del bravo manager è quella di fare auto analisi, senza timore di riconoscere gli aspetti carenti relativi proprio a sé stesso. Questo è un atteggiamento responsabile e fondamentale per stabilire un corretto processo formativo.
  • Apprendere il più possibile: arricchire il proprio bagaglio e il proprio know-how partecipando a corsi di management, team building, leadership, gestione risorse e affini. E’ indispensabile che il nostro ambizioso commerciale diventi una spugna e apprenda il più possibile, partecipando ad eventi formativi e documentandosi.
  • Capire quale sia l’azienda giusta per crescere: non tutte le imprese danno prospettive di crescita concrete, e non tutte investono economicamente in questo percorso. Il commerciale deve accertarsi che l’azienda con la quale collabora abbia linee chiare e sicure sulla carriera, e che ci sia un supporto formativo per raggiungere certi risultati. Bisogna diffidare di chi prospetta grandi avanzamenti ma non ha un regolamento di carriera!
  • Diventare sempre più responsabili: un esercizio che si rivelerà utile sarà quello di considerare i fallimenti non come un evento fortuito che accade per colpa di qualcun altro o di qualcos’altro; avere responsabilità come manager di un team di lavoro vuol dire godere dei successi ma prendersi anche la colpa dell’insuccesso, e proprio da questo mettere in atto strategie correttive.
  • Allenarsi al pensiero divergente: una delle caratteristiche di un manager è quella di trovare strategie sempre nuove e funzionali al raggiungimento degli obiettivi. Occorre quindi creatività, (che non è solo quella del pittore o del musicista) da applicare costantemente con il proprio gruppo di lavoro. Per questo sono utili sessioni di brain storming, nelle quali oltre ad allenare il proprio pensiero divergente, si va a stimolare anche l’inventiva dei propri collaboratori.

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Viral Marketing: alcune campagne diventate virali

Che cos’è il viral marketing?

Internet ha stravolto il modo di comunicare delle aziende e fare pubblicità: quale migliore presentazione può ricevere un’azienda o un brand se non quella fatta da una persona disinteressata e soddisfatta dei prodotti o servizi offerti attraverso il viral marketing?

Il viral marketing è un tipo di marketing non convenzionale che fa parte del word-of-mouth e ha lo scopo di attivare il passaparola in modo virale. Con uno sforzo minimo le aziende riescono a raggiungere moltissimi utenti.

Il passaparola è la trasmissione di informazioni, considerazioni, opinioni su un prodotto o su un brand che avviene da persona a persona in modo informale.

Il passaparola è sempre esistito, i cambiamenti avvenuti nel rapporto con le imprese e le evoluzioni nelle tecnologie di comunicazione, spingono a focalizzare in modo del tutto nuovo l’attenzione su questo fenomeno.

Il nome “virale” deriva dal fatto che la diffusione del messaggio avviene come un virus, sfruttando il passaparola. Per riuscire a funzionare il viral marketing deve avere un messaggio interessante capace di coinvolgere le persone al punto che, a loro volta, abbiano interesse nel diffonderlo ad altri.

Il pioniere del viral marketing è stato Hotmail che nel 1996 fece partire in Italia la prima campagna. Per diffondere il suo servizio e-mail gratuito, inserì ad ogni e-mail un testo non invasivo: “Ottieni la tua casella e-mail privata e gratis con www.hotmail.com”.

Il Viral Marketing che nel web trova ampio utilizzo è stato ideato da Ralph F. Wilson, consulente di E-Commerce, il quale definì un modello composto dai seguenti sei punti:

  1. 1 Offrire servizi o prodotti gratuiti
  2. 2 Facile da trasferire ad altri (amici e conoscenti)
  3. 3 Facilmente scalabile
  4. 4 Contenete motivazioni e comportamenti comuni
  5. 5 Utilizzare reti di comunicazione usate attualmente
  6. 6 Approfittare delle risorse altrui

Molti gli esempi di Viral marketing, partendo dalle e-mail contenenti aneddoti divertenti, giochi online, siti web curiosi, che nel giro di pochi giorni possono attrarre milioni di visitatori. Gli stessi YouTube e Facebook hanno trovato un ottimo alleato in questo tipo di marketing: nella fase iniziale si individua un contenuto portatore del “germe della condivisione” e lo si diffonde sul web in modo virale.

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Vediamo insieme qualche esempio vincente.

Ice Bucket Challenge

Viral Marketing ice Bucket Challege

Come dimenticare il periodo in cui la timeline di Facebook è stata invasa da persone vittime di secchiate d’acqua in testa?

Stiamo parlando dell’Ice Bucket Challenge – letteralmente “sfida del secchiello del ghiaccio”.

Si tratta di una campagna virale lanciata dalla ALS Association (Associazione statunitense contro la SLA) con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla sclerosi laterale amiotrofica e di stimolare le donazioni per la ricerca.

La sfida aveva questa forma: la persona nominata veniva filmata mentre si versava (o le veniva versato) un secchio d’acqua sulla testa. Dopo l’eroico gesto, il protagonista di turno avrebbe invitato, nominandole, altre persone a fare lo stesso.

I designati avrebbero poi avuto 24 ore per rispondere alla nomination e fare una donazione alle Associazioni di malati di SLA e ai loro familiari per sostenere la ricerca.

Secondo dati diffusi dall’associazione nell’anno successivo al lancio della sfida sono stati raccolti 115 milioni di dollari.

Il fenomeno si è diffuso in modo virale sui social media nei mesi di luglio e agosto 2014, coinvolgendo anche personaggi famosi da tutto il mondo (da Zuckerberg a Bill Gates fino gli italiani Bocelli, Fiorello e Matteo Renzi).

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#LikeAGirl: storia di un esperimento sociale diventato virale

Viral marketing Like a girl

Questo è l’hashtag utilizzato nello spot andato per la prima volta in onda nel 2014 per la Always, famoso brand appartenente al gruppo P&G, che si occupa di prodotti per l’igiene femminile.

La sfida iniziale della campagna creativa è chiara: fare diventare il brand un punto di riferimento per il target femminile a cui si rivolge.

Per la campagna si è deciso di puntare al concetto di “woman empowerment”: rendere più sicure e consapevoli le giovani donne, spiegando e superando il disagio femminile nella transizione da bambine a giovani adulte.

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“Considerammo i differenti fattori che influenzano le ragazze durante il delicato periodo della pubertà.” dice Judy John, CEO e Chief Creative Officer di Leo Burnett Canada “Nel corso di queste indagini, qualcuno attaccò alla lavagna un pezzo di carta con scritto come una ragazza”.

Si comprese da subito la portata rivoluzionaria che quella frase, divenuta poi hashtag, avrebbe potuto assumere.

Si trattava di cambiare la percezione dell’espressione “come una ragazza”, da negativa a positiva, rompendo l’annosa relazione tra il genere femminile e i concetti di debolezza e inferiorità.

Relazione che le bambine non riescono ancora a cogliere appieno: pertanto, chiedendo loro di correre, o di combattere “come una ragazza”, avrebbero messo tutte se stesse nel farlo, dando quindi un senso tutto nuovo alla frase.

Dopo essere apparso nella vetrina pubblicitaria più appetibile, durante la finale del Super Bowl, è bastato poco perché il fenomeno #likeagirl prendesse piede sui social network, a partire da Twitter, dove post di varie figure femminili come atlete e soldatesse sono stati retwittati centinaia di volte.

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Il Buondì Motta

Viral Marketing Buondì Motta

L’ultimo spot del Buondì Motta, in passaggio sui piccoli schermi italiani da fine agosto, non è di certo passato inosservato. L’autore dell’ultima trovata di marketing dell’industria dolciaria è Alessandro Orlandi, direttore creativo della filiale italiana di Saatchi & Saatchi.

In un giardino da sogno una bambina elegante chiede alla madre, con eloquenza improbabile, “una colazione che possa soddisfare la sua voglia di leggerezza e gusto”. La risposta della madre è negativa: possa colpirla un asteroide se quella colazione esiste per davvero!

Il resto è già storia.

La potenza virale della pubblicità gioca su due registri: il piano comunicativo, che prende in giro la creatività “politically correct” della concorrenza, con un linguaggio, quello della bambina, parodistico fino al surreale.

Il secondo quello del finale a sorpresa dell’asteroide che, con una strage non annunciata, colpisce l’immaginario del target e genera condivisioni e discussioni appassionate sui social network.

Su Facebook abbiamo assistito alla proliferazione di meme tratti dalla sequenza principale dello spot con rivisitazioni in chiave storica, politica e cinefila.

In generale, il trucco comunicativo è quello di cavalcare l’onda delle notizie che fanno tendenza, trovando il modo di renderle irresistibili e quindi virali.

A questo punto potremmo porci la domanda: il messaggio della mia azienda può diventare virale?

Esistono alcune caratteristiche che rendono alcuni messaggi più “forti” rispetto ad altri. Gli esempi che abbiamo mostrato oggi, ad esempio, fanno leva su messaggi emozionali: la simpatia, la risata ma anche il senso d’appartenenza e la solidarietà, tutti ingredienti che contribuiscono a rendere i contenuti irresistibili e degni di condivisione.

Rivolgiti a dei professionisti, contattaci allo 05771516860 per una consulenza gratuita sulla gestione della comunicazione aziendale.

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Un sito web performante punto per punto

Il sito web non è un semplice tool messo a caso come corredo al proprio business. Una volta online è necessario che disponga di elementi performanti per poter comunicare il vostro messaggio aziendale al meglio, rendervi visibili e professionalmente adeguati ai tempi attuali.

Un sito web ben strutturato e organizzato non solo è facile da navigare ma anche veloce, altra caratteristica che ben lo fa amare da Google. La funzionalità è la caratteristica fondamentale di un sito web: pur linkando pagina dopo pagina, le persone devono sempre poter tornare indietro, andare avanti nella pagina successiva o decidere di linkare la home per tornare al punto di partenza. Il sito web deve poi essere completo: non devono mancare pagine come quella dei servizi o l’elenco dei prodotti dell’azienda perché contenuti imprescindibili di cui nessuno può fare a meno.

Vediamo insieme come costruire lo scheletro di un sito web.

Le pagine da inserire nel menù del sito web

L’homepage è la pagina di apertura del sito, la pagina che dovrebbe contenere il cosiddetto “effetto wow!” e far venir voglia quindi di esplorare il sito e continuare la navigazione.

La homepage può essere statica o dinamica: la prima appare sempre nello stesso modo, mentre l’altra cambia a seconda ad esempio dell’ultimo articolo del blog che è stato pubblicato.

Non esiste sito web senza la famosa pagina chi Siamo. Lo sbaglio da non commettere è quello di parlare di sé o della propria azienda in maniera meramente descrittiva o auto-referenziale. Le pagine about di maggior successo rispondono alle domande dei visitatori: Chi sei? Chi sono i tuoi collaboratori? Le tue partnership? Quali clienti hai? Ma soprattutto quale problema risolvi? È la pagina ideale per proporre la newsletter, ad esempio.

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Altro ingrediente fondamentale è la pagina dedicata ai servizi: servizi o prodotti che siano, infatti, il sito web necessita di una pagina sempre aggiornata da dedicarvi.

Da dove cominciare per una descrizione efficace? Il primo stratagemma è quello di annotare tutte le domande poste dai clienti al momento della richiesta del preventivo al fine di capire cosa vogliono sapere, quali informazioni ricercano maggiormente e soprattutto quali sono i dubbi al riguardo. Maggiori dettagli si riescono a fornire e maggiori obiezioni alla vendita si riesce a superare, maggiore sarà l’efficacia della pagina: in questo modo la conversione delle visite in contatti e in potenziali clienti sarà quasi automatica.

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sito web

Vitale è, poi, la pagina contatti: nonostante la si dia per scontata, esiste un numero sconfinato di siti che non provvedono alla creazione e per cui è necessario navigare altrove per la ricerca contatti.  Questa preziosa pagina va posizionata nel menù di navigazione, al termine, dopo tutte le altre. Consigliabile peraltro linkarla in una call to action (CTA), il pulsante che invita le persone a compiere un’azione. In questo caso specifico è utile chiedere di essere contattati per un preventivo o una richiesta informazioni. La pagina contatti deve poi contenere un modulo per l’invio di una richiesta immediata, un contact form: è necessario che indirizzo, numero di telefono, icone social collegate ai vari network e indirizzi mail siano in evidenza.

Per concludere, il cuore pulsante dell’attività: il blog. Si tratta della pagina cardine del sito e per questo necessita di un aggiornamento frequente, è interattivo e dinamico. A differenza delle altre pagine statiche, infatti, il blog ha bisogno di un lavoro continuo di creazione dei contenuti, pubblicazione e diffusione sui social per cui è necessario un preventivo piano editoriale.

Per avere qualche dritta in più, rivedi Come e perché creare un blog di successo

A questo punto è pronta la sitemap (base per la mappa) del sito web. Come detto in precedenza, è necessaria l’ideazione di una strategia preventiva, oltre ad evitare pagine poco utili e poco coerenti con il lavoro SEO alla base dell’attività.

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Marketing 4.0: un’opportunità per il futuro delle imprese

Tante aziende stanno avviando un percorso di trasformazione digitale in ottica Industry 4.0 e Marketing 4.0, una nuova declinazione del concetto di marketing che rappresenta un’opportunità per ridefinire il futuro delle imprese italiane.

Industria 4.0 e digitalizzazione dei processi produttivi, distributivi e di consumo, sono gli elementi alla base del cambiamento.

Non si tratta solo dell’introduzione dei nuovi strumenti tecnologici ma di un vero e proprio salto di qualità a livello organizzativo e di marketing da parte delle aziende: occorre modificare, infatti, processi e strategie, al fine di implementare nuovi modelli di business per competere nel mercato e trasformare le esigenze dei clienti in benefici tangibili.

Leggi anche Fidelizzare il cliente con 5 semplici accortezze

Ma qual è il ruolo del marketing 4.0 in questa nuova partita?

È evidente che la tecnologia ha modificato il modo in cui i clienti si relazionano con le aziende e si connettono tra di loro, ponendo loro stessi al centro del proprio universo. Così, ad essere coinvolti in questo processo di trasformazione non sono solo le organizzazioni ma anche i consumatori, sempre più esigenti e iperconnessi.

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Dopo il Marketing 1.0 basato sui prodotti, il Marketing 2.0 in cui si spostava il focus sui clienti e il Marketing 3.0 in cui si spiegava il sistema dei valori che un’azienda dovrebbe esprimere, nasce il nuovo concetto di Marketing 4.0, che punta alle relazioni e alle connessioni tra aziende e clienti. Questo nuovo approccio permette alle imprese, da una parte di reagire in modo più efficiente alle variazioni della domanda e dall’altra di avvicinare la distanza tra loro e il consumatore finale.

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E così, come il marketing si adegua all’ondata della nuova rivoluzione industriale, quest’ultima si adatta al nuovo comportamento dei consumatori introducendo sistemi di produzione intelligenti che permettono di conoscere in anticipo gusti ed esigenze degli utenti e superare il tradizionale approccio del mercato di massa in esperienze di consumo personalizzate.

Qual è allora oggi la grande sfida?

Il Marketing 4.0 rappresenta, quindi, un ulteriore ripensamento dell’argomento marketing, focalizzato sulla convergenza tra nuovi bisogni del consumatore e trend tecnologici. Si tratta di un approccio nuovo che unisce l’interazione offline a quella online tra azienda e clienti, riflettendo soprattutto sul cambiamento del cosiddetto customer journey, ovvero il viaggio del cliente dal momento in cui entra in contatto col marchio fino a quando acquista e vive una vera e propria user experience.

Il nuovo modello prevede 5 A (fasi):

Scoperta (aware)

Attrattiva (appeal)

Ricerca (ask)

Azione (act)

Passaparola (advocate).

Le imprese trasformano i dati, intesi come bisogni, desideri, emozioni e comportamenti delle persone non solo in prodotti ma in veri e propri servizi (servitization) e in un’assistenza continua al cliente, protagonista assoluto di ogni processo decisionale.

MG Group Italia potrà aiutare la tua impresa a creare relazioni e connessioni con i tuoi clienti attraverso l’attuazione di strategie di Marketing 4.0

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Il GDPR: tutto quello che è utile sapere

Il GDPR è il Regolamento Generale sulla protezione dei dati (GDPR – General Data Protection Regulation) che entrerà in vigore il 25 maggio 2018 in tutti i Paesi membri dell’Unione Europea, dopo quattro anni di dibattiti e trattative.

Si tratta di una piccola rivoluzione nel mondo della privacy, attesa ormai da diversi anni e il cui percorso è stato in continua salita, essendoci in gioco milioni di euro legati soprattutto alle attività di marketing e di profilazione oltre che i rapporti tra Europa e resto del mondo. Con tale regolamento la Commissione Europea intende rafforzare e unificare la protezione dei dati personali per cui tutti i regolamenti dei 28 Stati sono stati armonizzati con una serie di leggi. In quest’anno le organizzazioni devono informarsi sulle azioni da implementare e pianificare le attività, in vista delle conseguenti modifiche organizzative.

Quali cambiamenti comporta il GDPR?

  1. DPO: Obbligatorietà della figura del Data Protection Officer in ogni sede dell’azienda/ente pubblico.
  2. Sicurezza dei Dati – [Privacy By Design] : fin dalla progettazione delle attività di trattamento dovranno essere valutate le necessarie garanzie al fine di soddisfare i requisiti del Regolamento e tutelare i diritti degli interessati, anche adottando misure specifiche come la minimizzazione e la pseudonimizzazione, a garanzia della protezione dei dati personali.
  3. Diritto alla Portabilità dei dati: consente all’interessato di ricevere i dati precedentemente forniti ad un titolare del trattamento, oltre che di richiedere che gli stessi vengano trasmessi ad un latro titolare.

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  1. Registri delle attività di trattamento: sono tenuti dal Titolare e dal Responsabile del trattamento in relazione alle operazioni di trattamento effettuate sopra la propria responsabilità, contengono informazioni che riguardano le finalità del trattamento, le categorie di dati personali, i soggetti interessati e le misure tecniche e organizzative adottate.
  2. Segnalazioni delle violazioni: i responsabili dei dati devono informare entro 72 ore le autorità di protezione dei dati (Garante della Privacy) riguardo ogni violazione che metta a rischio i diritti degli individui e nel più breve tempo possibile tutti gli individui affetti in caso di violazione ad alto rischio.
  3. Valutazione dei rischi: obbligo in capo al Titolare che, a fronte di trattamenti che presentino rischi elevati, deve effettuare una valutazione dell’impatto del trattamento sulla protezione dei dati. Ovvero una valutazione preliminare delle conseguenze a cui un processo andrebbe incontro nel caso in cui venissero violate le misure di protezione dei dati. Se il rischio risulta elevato, occorre consultare il Garante della Privacy.
  4. Diritto alla cancellazione: la possibilità di ottenere la cancellazione dei propri dati personali.
  5. Sanzioni: Violare il GDPR comporta pene severe, con multe fino a 20 milioni di euro o del quattro per cento del fatturato globale, se superiore.

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Tutte queste novità impongono una serie di valutazioni da parte delle organizzazioni, rispetto alla Protezione dei Dati e comportano un necessario adeguamento alle nuove disposizioni.

La scadenza per il GDPR: il 24 maggio 2018

Il periodo utile per le aziende europee per adeguarsi alla nuova normativa privacy è di due anni e venti giorni a partire dal momento in cui il regolamento è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, ovvero il 4 maggio 2016. Pertanto, le imprese – così come le pubbliche amministrazioni – avranno tempo fino al 24 maggio 2018 per ripensare i processi di trattamento dei dati adattandosi a novità come le valutazioni di impatto e i sistemi di certificazione e di notificazione delle violazioni. Nei casi in cui sarà necessario, le aziende dovranno anche dotarsi di un privacy officer.

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Diventa quindi imprescindibile una giusta pianificazione, la formazione delle differenti figure aziendali interessate dal trattamento e un buon coordinamento, cosicché le aziende possano farsi trovare pronte al momento dell’entrata in vigore del trattamento e gestire in modo ottimale questo importante adeguamento.

Contattaci per adeguare la tua azienda al nuovo GDPR, hai tempo fino al 25 maggio 

Scarica l’intero Regolamento Generale sulla protezione dei dati

MG Group Italia, web agency a Padova.